domenica 19 febbraio 2017

Carciofi stufati

Ingredienti:
4 carciofi
1 limone
250 ml di Brodo vegetale
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
4 rametti di prezzemolo
1 spicchio di aglio
un misurino di vino bianco
Sale fino
Pepe nero macinato al momento

Pulire i carciofi togliendo le foglie più esterne e la punta pungente.  Eliminare la peluria e metterli in acqua acidulata con qualche spicchio di limone per 10 minuti circa. E' possibile utilizzare anche i primi 10 centimetri dei gambi. Togliere la parte esterna più coriacea con un pelapatate e spuntarli. Mettere anch'essi nell'acqua acidulata.
Scaldare il brodo.
Mette l'olio nella pentola a pressione.
Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle con la mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato.
Cospargere i carciofi con una manciata di trito, un pizzico di sale, una grattugiata di pepe e mettere la padella su fiamma vivace.
Lasciare che comincino a sfrigolare, farli rosolare per un paio di minuti, quindi unire due mestoli di brodo vegetale e un pò di vino coprire e cuocere a    per 15 minuti  dell'inizio del fischio.
A fine cottura scoprire, far asciugare, regolare di sale e servire.

Spaghetti ai ricci

Ingredienti:
– Spaghetti 400 gr
– 300 gr di polpa di ricci
– 1 spicchio d’aglio
– Prezzemolo
– Peperoncino
– Olio extra vergine di oliva

Fate imbiondire l’aglio leggermente schiacciato e il peperoncino in un’ampia padella con dell’olio d’oliva.
Scolate la pasta 1-2 minuti prima che sia al dente e versatela nella padella insieme al soffritto.Tipo aglio olio peperoncino.
Aggiungete un po’ di acqua di cottura e fate amalgamare il tutto.
Spegnete il fuoco e condite con la polpa dei ricci  che avrete un pò sbattuto con un pò di acqua di mare oppure brodo di cottura freddo (tipo uova alla carbonara per rendere l'idea)unendo rapidamente i sapori.
Spolverate il tutto con il prezzemolo trittato.
Godetevi la pasta con una buona Vernaccia o Vermentino di Gallura!

Scrub corpo ai semi di lino


Provate questo scrub di lino per rimuovere le cellule morte. Avrete una pelle vellutata e liscia. Utilizzare un tocco delicato e di evitare aree sensibili.
Ingredienti

 125 ml di yogurt bianco intero
 di tazza (50 ml) di semi di avena
 di tazza (50 ml) di crusca di frumento
 1 cucchiaio di olio di lino pressato a freddo
 1 cucchiaio di miele
 5 gocce di olio essenziale di lavanda


Indicazioni
  1. Macinate finemente l’avena in un frullatore. Miscelate la crusca, lo yogurt, l’avena in un contenitore. Mescolate il miele, l’olio di lino e olio di lavanda e unite le due miscele.
  2. Bagnate il corpo in una doccia calda e applicate lo scrub su busto, braccia e gambe.
  3. Massaggiate delicatamente la pelle con un movimento circolare.
  4. Sciacquate bene sotto la doccia con acqua tiepida.

Maschera viso ai semi lino


Questa maschera funge da lifting naturale ed esfoliante delle cellule morte. Darà immediatamente al vostro viso un aspetto più tonico e rilassato, ammorbidendo le linee del viso e le piccole rughe. Abbinate la ginnastica facciale contro le rughe immediadamente dopo.
Ingredienti
  • 2 cucchiai di semi di lino macinati
  • 1 cucchiaio di miele
  • 2 cucchiai di crusca di frumento
  • una tazzina di acqua calda
Preparazione
  • In una ciotolina pulita, mescolate gli ingredienti affinchè siano ben amalgamati.
  • Utilizzate subito o ricoprite con pellicola se non la utilizzate tutta
Applicazione
  1. Inumidire il viso con acqua tiepida.
  2. Applicare la maschera sul viso.
  3. Massaggiare delicatamente con un movimento circolare.
  4. Lasciare la maschera agire per 5-10 minuti.
  5. La polvere di lino idrata la pelle e allevia la secchezza.
  6. Risciacquare il viso con acqua.

sabato 18 febbraio 2017

Pollo alle mandorle Bimby



Ingredienti:
 500 gr di petto di pollo
 150 gr di mandorle pela
 1 cipollotto
 5 cucchiai di olio di semi
 3 cucchiai di salsa di soia
 1 cucchiaino di zenzero grattugiato
 20 gr di maizena
 sale

Tagliare il petto di pollo a bocconcini e passarli nella maizena
Tritate metà delle mandorle a vel 5 per 10 sec
Aggiungere le restanti mandorle e un cucchiaio d'olio: 3 min a 100° a vel 2
Togliere le mandorle e metterle da parte.
Aggiungere il restante olio, lo zenzero grattugiato e il cipollotto e cuocere 5 min a 100° vel 3
Disporre la farfalla sulle lame, unire i bocconcini di pollo e cuocere 7 min a 100° vel Soft Antiorario
Aggiustare di sale, unire le mandorle e la salsa di soia e cuocere ancora 2 min
Servire il pollo alle mandorle nei piatti

Pepite di pollo in pastella

Ingredienti per 4 persone:
 500 gr di petto di pollo
 2 uova
100 gr di farina
 100 ml di latte
1 limone
sale
 pepe
 pangrattato


Tagliare il petto di pollo a pezzettini.
Preparare la pastella mescolando uova, farina, latte, sale, pepe e una grattugiata di limone
Immergere i pezzettini di pollo nella pastella.
Passarli nel pan grattato.
Friggere i pezzetti di pollo in una padellina antiaderente.
Sgocciolare e servire le pepite di pollo ancora calde

Pepite di pollo croccanti

Ingredienti per 4 persone:
  300gr di pollo
  1busta di patatine
   latte q.b.

  
Tagliate il petto di pollo a straccetti
Fate ammorbidire i pezzetti di pollo in una ciotola con del latte, per un quarto d'ora.
Schiacciate le patatine fino a sminuzzarle e disporle in un piatto.
Rotolate i pezzetti di petto di pollo nell'impanatura e fate aderire le patatine sminuzzate su tutto il pezzetto di pollo.
Disponete le pepite di pollo su una placca da forno rivestita di carta forno e infornate per 20 minuti a 180°C.
Salate e servite con ketchup e maionese. I pezzetti di pollo saranno croccanti fuori e morbidi dentro :P

Pesce San Pietro a forno


INGREDIENTI: (per 4/6 persone)
pesce San Pietro 1,600 kg.
patate medie
4
pomodorini gr.100
olive nere
una busta da 85 gr.
prezzemolo
rosmarino
aglio
olio
sale
pepe

PREPARAZIONE:
Far bollire le patate fino a metà cottura, pelarle e tagliarle a rondelle alte 1 cm. o a tocchetti. Ungere una teglia da forno e disporre le patate, i pomodorini tagliati a metà e le olive, condite con olio, sale, pepe, rosmarino e uno spicchio d’aglio intero. Sistemare sopra il pesce pulito ed eviscerato un po’ di prezzemolo, condire con sale, pepe, olio e un rametto di rosmarino che infilerete nell’apertura del ventre assieme ad uno spicchio d’aglio in camicia  Condite tutto con un filo d’olio e infornate il pesce San Pietro a 180° C per 30 minuti circa.

Stoccafisso in pentola a pressione

Ingredienti per 4 persone:
800 gr di stoccafisso già bagnato
500 gr di patate
250 gr di pomodorini
1 cipolla
1 cucchiaino di origano
1 ciuffetto di prezzemolo
pane casareccio
1 bicchiere di olio extravergine d'oliva
pepe
sale

Procedimento:
Metti lo stoccafisso tagliato a pezzetti, le patate sbucciate e ridotte a cubetti, la cipolla tritata finemente e i pomodorini tagliati a spicchi nella pentola a pressione; unisci un pizzico di sale, condisci con l'olio e un po' di origano e copri con mezzo lt d'acqua. Chiudi la pentola a pressione e lascia cuocere per 30 minuti dal fischio della valvola. Fai sfiatare tutto il vapore, togli il coperchio e, se necessario, aggiusta di sale e pepe. Servi la zuppa ben calda dopo averla cosparsa con abbondante prezzemolo tritato. Accompagna con crostini di pane casareccio abbrustoliti.
Buon appetito!

lunedì 13 febbraio 2017

Castagnole di carnevale

Ingredienti:
due uova intere
75gr di zucchero
75gr di olio di girasole
mezza bustina di lievito per dolci
un cucchiaio di liquore all'anice
350gr di farina
impastare e poi friggere come per le frappe.

domenica 12 febbraio 2017

Frappe di carnevale

Ingredienti:
un uovo
un cucchiaio di zucchero
un cucchiaio di liquore all'anice
un cucchiaio di olio di semi di girasole
buccia grattugiata di un limone
un pizzico di sale
140gr di farina
inpastare, la farina per ultima e piano pianosenza aggiungerne altro per stendere la pasta quindi conservarne un pò per stendere friggere poco per volta in olio ben caldo.
Far asciugare su carta assorbente e poi cospargere con zucchero a velo.

Occidentali’s Karma

Testo
Essere o dover essere
Il dubbio amletico
Contemporaneo come l’uomo del neolitico.
Nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo.
Intellettuali nei caffè
Internettologi
Soci onorari al gruppo dei selfisti anonimi.
L’intelligenza è démodé
Risposte facili
Dilemmi inutili.
AAA cercasi (cerca sì)
Storie dal gran finale
Sperasi (spera sì)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain.
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria.
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma.
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma.
Piovono gocce di Chanel
Su corpi asettici
Mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili.
Tutti tuttologi col web
Coca dei popoli
Oppio dei poveri.
AAA cercasi (cerca sì)
Umanità virtuale
Sex appeal (sex appeal)
Comunque vada panta rei
And singing in the rain.
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria.
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma.
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma.
Quando la vita si distrae cadono gli uomini.
Occidentali’s Karma
Occidentali’s Karma
La scimmia si rialza.
Namasté Alé
Lezioni di Nirvana
C’è il Buddha in fila indiana
Per tutti un’ora d’aria, di gloria.
La folla grida un mantra
L’evoluzione inciampa
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma.
Occidentali’s Karma
La scimmia nuda balla
Occidentali’s Karma

Kefir

Il latte fermentato, che poteva anche essere kefir, viene ufficialmente ritenuto per la prima volta alimento probiotico in Francia in pieno Rinascimento. Francesco I soffrì per un lungo periodo di un'affezione intestinale particolarmente noiosa che i medici di corte non riuscivano a debellare con nessun intervento terapeutico di loro conoscenza. Il Re di Francia fece propria la notizia giuntagli dall'Oriente che indicava nel Gran Turco il personaggio in grado di risolvere il suo problema. Il Gran Turco arrivò alla corte di Francia con un gruppo di pecore ed una ''misteriosa ricetta'' con la quale procedeva alla preparazione di un latte di pecora fermentato. Dal consumo del latte il Re trasse subito giovamento; apparve così, secondo la tradizione, il primo yogurt in Francia ed ebbe poi rapidamente una larghissima diffusione.
Un personaggio molto importante da ricordare è Ilya Ilyich Mechnikov. Nel 1888 abbandonò l'Ucraina ed arrivò all'Istituto Pasteur di Parigi ove svolse studi sulla fagocitosi e sull'immunità anti infettiva, i cui risultati gli valsero il Nobel nel 1908.
 Da questo momento Mechnikov sostenne che il consumo regolare di latte fermentato garantiva nell'intestino la presenza di buoni fermenti lattici vivi capaci di contrastare lo sviluppo dei germi intestinali indesiderati. L'immunità anti infettiva, sulla quale si basò la motivazione del premio Nobel, viene modulata proprio dal consumo di latte fermentato che diviene così sempre più noto.
Una data importante della storia dei latti fermentati cade nel 1964 quando ricercatori medici americani rendono noto che i componenti delle tribù di Masai sono molto poco colpiti da forme cliniche di malattie alle coronarie. Gli stessi ricercatori dimostrano poi che i Masai hanno un basso livello di colesterolo nel sangue: 150mg/100ml contro 225mg/100ml dei popoli dell'emisfero Occidentale. La loro dieta ricca di carne e latte sembrerebbe contrastare con questa constatazione. Bisogna però sottolineare che i Masai, allevatori di bestiame, sono forti consumatori di latte fermentato, ottenuto con ceppi selvaggi, ove il processo fermentativo porterebbe all'accumulo di un metabolita indicato come AMF (anticholesteremic milk factor) che esercita azione ipocolesterolemica.
Il consumo quotidiano di kefir può aiutare a:
I. Regolarizzare le funzioni intestinali, poiché il kefir stimola le proteine digestive, l'appetito e la peristalsi, promuove la salivazione e la secrezione degli enzimi da parte di stomaco e pancreas stimolando la digestione degli altri cibi. Studi scientifici suggeriscono che possa aiutare a diminuire la quantità di colesterolo nel sangue;
II. Contrastare l'insediamento di germi pericolosi. Il kefir contiene una grande quantità di batteri lattici che hanno un'azione inibitoria nei confronti dei microbi putrefattivi e patogeni;
III. Stimolare la produzione di anticorpi dell'intestino e migliorare le difese immunitarie.
Il kefir è adatto a tutti:
- A chi svolge attività sedentarie e desidera un alimento bilanciato e facilmente digeribile
- A chi desidera mangiare cibi naturali,salutari e nutrienti che possono rafforzare l'organismo e le difese immunitarie
- Per persone sotto trattamento antibiotico, perché in questi casi la loro flora intestinale viene disturbata o addirittura completamente distrutta
- Ai ragazzi, che potranno beneficiare di un cibo energetico, digeribile, gradevole e sano e in grado di contrastare gli effetti negativi delle tante ''porcherie'' che oggi possono mangiare, assumendo nel contempo tanti elementi fondamentali per lo sviluppo come il calcio, il potassio e tante vitamine
- Alle donne in attesa, per il contenuto in acido folico fondamentale per lo sviluppo del feto. Durante lo svezzamento anche ai loro piccoli, per la capacità del kefir di aiutare a colonizzare l'apparato digerente con batteri ''buoni'' con tutti i benefici che ne conseguono.
- Per le persone anziane, i convalescenti e chi ha la digestione in subbuglio.
I Granuli di kefir di latte - come gestirli
Da millenni gli uomini coltivano i granuli di kefir per produrre la salutare bevanda ricca di fermenti. I granuli di kefir, composti di kefiran, possono essere visti come un "condominio" di fermenti in cui vivono in stretta simbiosi decine di specie diverse; questa comunità naturale di fermenti presenta una stabilità eccezionale, riesce cioè a difendersi dall'attacco di microbi "stranieri" e mantenere intatta la simbiosi in tutte le sue componenti. I granuli di kefir, come un vero e proprio organismo vivente, sono in grado di moltiplicarsi; la quantità di granuli, come sanno tutti coloro che producono il kefir in casa aumenta lentamente giorno per giorno. I granuli in eccesso possono essere congelati per avere una riserva di granuli oppure mangiati, sono infatti ottimi sia per l'apporto di fermenti, sia per le possibili proprietà antitumorali ipotizzate da diversi studi scientifici. Tutti i tentativi di ricreare in laboratorio granuli vitali di kefir sono finora falliti, l'unico modo di ottenere nuovi granuli rimane la moltiplicazione naturale, se per disgrazia tutti i granuli del mondo scomparissero non saremmo in grado di ricrearli. L'unico modo per iniziare una produzione domestica di kefir è di trovare qualcuno che abbia i granuli e ve ne ceda un po'.
Come gestire i granuli Materiale occorrente e ingredienti:

- uno o due cucchiai di granuli di kefir (in generale ricordate che i granuli devono essere almeno il 5% in peso del latte. Es. mezzo litro di latte e 25g di granuli)
- 2 barattoli o brocche dalla bocca larga di vetro o plastica, muniti se possibile di coperchio
- 1 colino
- 1 cucchiaio
- Latte

1) Ponete i granuli in uno dei due contenitori e aggiungete il latte. Il latte può essere pastorizzato, UHT, crudo; intero, parzialmente scremato o scremato; vaccino, di capra o asina. Insomma qualsiasi tipo di latte può andare, cambieranno consistenza e sapore del kefir ottenuto, sperimentate per produrre quello che più vi piace. Il contenitore non deve essere pieno fino all'orlo, mai più dei ¾ del contenitore, l'ottimale sarebbe pieno per 2/3.
2) Coprite con il coperchio, ma non avvitate stretto. Se non avete il coperchio basta un foglio di stagnola tenuto stretto con un elastico.
3) Ponete in un luogo non alla luce diretta del sole, a temperatura ambiente ( compresa cmq fra i 18-19°C e i 24°C; la temperatura ottimale è 22°C) a fermentare fino alla coagulazione ( il latte assume la consistenza del budino) che avviene circa 24 ore dopo. Per avere un kefir dal sapore più deciso lasciate in fermentazione per 2 giorni.
4) Mescolate il kefir coagulato delicatamente finchè non prenderà la consistenza di una crema, quindi filtrate con il colino sotto cui avrete posto l'altro barattolo (o brocca), potete aiutare la filtrazione mescolando con attenzione il kefir nel colino.
5) Il kefir filtrato è pronto per essere consumato o conservato in frigorifero. Il kefir è ricco di fermenti vivi, durante la conservazione in frigorifero la fermentazione continua anche se molto rallentata, in particolare con il passare del tempo aumenterà la quantità di acido citrico, il kefir dopo qualche giorno in frigorifero risulterà leggermente più acido.
6) Gestite i granuli ripartendo dal punto 1
Alcuni consigli In linea di massima è meglio non utilizzare utensili e soprattutto contenitori metallici, questi ultimi in particolare sono decisamente da sconsigliare; il kefir infatti, come tutti gli alimenti acidi, rimanendo a contatto per tempi lunghi con i metalli tende ad attaccarli, essi possono essere negativi per la comunità di fermenti e soprattutto per il consumatore! Alla fine della fermentazione, può darsi che notiate una componete acquosa (siero), è normale, mescolando si riamalgamerà con il cagliato. Sulla superficie del caglio noterete una leggera colorazione bruna, essa è dovuto alla fermentazione degli acetobatteri, una delle componenti della comunità kefir. I granuli NON vanno sciacquati o lavati con acqua tra una fermentazione e la successiva, si rischia di eliminare parte della flora batterica insediata sulla superficie del granulo. Attenzione a non utilizzare mai contenitori o latte caldo, un calore superiore alla temperatura ambiente ucciderà i vostri granuli!
Come conservare i granuli Se volete interrompere la produzione di kefir per qualche giorno, potete porre in frigorifero al termine del punto 2, i granuli di kefir soppravviveranno per 9-10 giorni, ma non di più!! Quando volete ricominciare la produzione, filtrate il latte (che andrà gettato) e ripartite dal punto 1. Lasciando il kefir con i granuli a temperatura ambiente, dopo 4-5 giorni alcune componenti della comunità simbiotica entreranno in crisi e dopo una settimana i granuli inizieranno a morire. ( in alcuni siti internet i granuli sono trattati come animaletti o addirittura umanizzati, se dovessero morire non preoccupatevi troppo, sono solo batteri e lieviti!!!!!). Se volete interrompere la produzione per tempi più lunghi potete congelarli: una volta filtrati i granuli metteteli in un vasetto e ricopriteli di latte in polvere, in questo modo i granuli rimarranno vitali per circa 2 mesi. Entro questo periodo per ricominciare la produzione nn dovete far altro che scongelarli e raggiungere latte, la prima produzione andrà scartata perché le componenti del kefir richiedono un giorno per riattivarsi completamente. 
Se ne sente parlare sempre più spesso. Fino a qualche anno fa era un prodotto conosciuto solo da pochi mentre ora si trova anche al supermercato. Nonostante questo il kefir, dall'armeno keif "benessere", è tuttora un prodotto di nicchia che però vale assolutamente la pena provare e farlo diventare la propria buona abitudine quotidiana. Di cosa si tratta esattamente? Una sorta di super yogurt, latte fermentato leggermente acidulo e frizzante, più di ogni altra cosa un prodotto probiotico con una grande biodiversità di batteri e lieviti e moltissimi benefici per la nostra salute. Rispetto allo yogurt il kefir è molto più ricco di vita grazie ai granuli, agglomerati di batteri e lieviti di varie specie che compongono grandi colonie attorno a particolari proteine.

5 buoni motivi per preparare in casa il KEFIR:
Salute – questa bevanda è capace di arricchire il nostro microbioma rafforzando il nostro sistema immunitario. Il kefir una volta pronto ha un contenuto di lattosio bassissimo, visto che è stato digerito dai granuli, questo lo rende adatto anche a chi ha leggere intolleranze al lattosio.
Facilità – il kefir è più facile da preparare dello yogurt e non richiede particolari strumenti come la yogurtiera perché fermenta a temperatura ambiente.
Conservazione – preparare il kefir è anche un modo per conservare a lungo il latte prima che vada a male. Una volta pronto il kefir si conserva in frigo per almeno un mese.
Risparmio – preparare in casa il kefir permette di risparmiare sull'acquisto di yogurt e costa molto meno rispetto al kefir già pronto.
Versatile – gustatelo così al naturale o usatelo come ingrediente per preparare frullati, salse, budini. Per preservarne tutte le proprietà evitate di cuocerlo o congelarlo. 
Cosa vi serve
Strumenti:
1 colino
1 vaso di vetro a chiusura ermetica

Ingredienti:
3 tazze di latte a temperatura ambiente - Scegliete latte biologico, il contenuto in grassi non è importante mentre è importante che non sia stato tolto il lattosio perché è il nutrimento principale dei granuli che digerendolo lo trasformeranno in benefici sottoprodotti.

3 cucchiai di granuli di kefir – i granuli si trovano nei negozi di prodotti naturali, liofilizzati in bustina. Ma la cosa migliore è se trovate un donatore. Mano a mano che fate il kefir i vostri granuli si riprodurranno, motivo per cui chi lo fa si trova spesso con granuli in eccesso. Sul web troverete diverse persone disponibili a darvene un po'. Vi sconsiglio invece di provare a produrli da zero, l'operazione è piuttosto laboriosa.

Come si fa:
Mettete granuli e latte a temperatura ambiente in un vaso. Se il latte fosse freddo scaldatelo fino a quando sarà tiepido. I granuli sono vivi e come tutti gli esseri viventi amano avere tanto cibo e stare al caldo. Evitate quindi di sottoporli a sbalzi di temperatura come temperature troppo calde o troppo fredde. Mescolate e chiudete il vasetto ermeticamente.
Riponete in dispensa al buio lontano da fonti di calore. Lasciate fermentare per 8-12 ore. Di tanto in tanto aprite e mescolate.
Trascorso questo tempo ma anche prima se vedete comparire del liquido trasparente (il siero), aprite il vasetto e filtrate il contenuto attraverso un colino.
Raccogliete il kefir pronto in una bottiglia/contenitore e conservate in frigorifero. Consumatelo entro un mese.
Mettete invece i granuli in un contenitore pulito con nuovo latte per dare il via a una nuova fermentazione.

Se volete mettere in pausa i vostri granuli, dategli abbondante latte e conservateli in frigorifero.
Istruzioni per l'uso
1) Frullato di frutta e kefir – frullate frutta matura a piacere, carote e un bicchiere di kefir, servite e gustate
2) Budino di chia, banane e kefir – la sera mettete 2 cucchiai di semi di chia in una tazza di kefir, coprite e riponete in frigorifero. La mattina unite una banana sbucciata e affettata e gustate a colazione.
3) Gazpacho al kefir – frullate pomodori, peperone, cipolla rossa, aglio, olio extravergine, succo di limone, sale, peperoncino e naturalmente kefir.

Compiti della settimana: cercate qualcuno che vi doni un po' dei suoi granuli, ve ne bastano pochi per cominciare e cominciate subito a sperimentare il vostro primo kefir.
Cosa vi serve
Strumenti:
1 colino
1 vaso di vetro a chiusura ermetica

Ingredienti:
3 tazze di latte a temperatura ambiente - Scegliete latte biologico, il contenuto in grassi non è importante mentre è importante che non sia stato tolto il lattosio perché è il nutrimento principale dei granuli che digerendolo lo trasformeranno in benefici sottoprodotti.

3 cucchiai di granuli di kefir – i granuli si trovano nei negozi di prodotti naturali, liofilizzati in bustina. Ma la cosa migliore è se trovate un donatore. Mano a mano che fate il kefir i vostri granuli si riprodurranno, motivo per cui chi lo fa si trova spesso con granuli in eccesso. Sul web troverete diverse persone disponibili a darvene un po'. Vi sconsiglio invece di provare a produrli da zero, l'operazione è piuttosto laboriosa.

Come si fa:
Mettete granuli e latte a temperatura ambiente in un vaso. Se il latte fosse freddo scaldatelo fino a quando sarà tiepido. I granuli sono vivi e come tutti gli esseri viventi amano avere tanto cibo e stare al caldo. Evitate quindi di sottoporli a sbalzi di temperatura come temperature troppo calde o troppo fredde. Mescolate e chiudete il vasetto ermeticamente.
Riponete in dispensa al buio lontano da fonti di calore. Lasciate fermentare per 8-12 ore. Di tanto in tanto aprite e mescolate.
Trascorso questo tempo ma anche prima se vedete comparire del liquido trasparente (il siero), aprite il vasetto e filtrate il contenuto attraverso un colino.
Raccogliete il kefir pronto in una bottiglia/contenitore e conservate in frigorifero. Consumatelo entro un mese.
Mettete invece i granuli in un contenitore pulito con nuovo latte per dare il via a una nuova fermentazione.

Se volete mettere in pausa i vostri granuli, dategli abbondante latte e conservateli in frigorifero.
Istruzioni per l'uso
1) Frullato di frutta e kefir – frullate frutta matura a piacere, carote e un bicchiere di kefir, servite e gustate
2) Budino di chia, banane e kefir – la sera mettete 2 cucchiai di semi di chia in una tazza di kefir, coprite e riponete in frigorifero. La mattina unite una banana sbucciata e affettata e gustate a colazione.
3) Gazpacho al kefir – frullate pomodori, peperone, cipolla rossa, aglio, olio extravergine, succo di limone, sale, peperoncino e naturalmente kefir.

Compiti della settimana: cercate qualcuno che vi doni un po' dei suoi granuli, ve ne bastano pochi per cominciare e cominciate subito a sperimentare il vostro primo kefir.
La causa del morbo di Parkinson potrebbe non risiedere nel cervello, quanto nell'intestino. Alcuni batteri intestinali sembrano infatti giocare un ruolo chiave nell'accumulo di quelle proteine «deformi» che innescano la morte dei neuroni dopaminergici e la conseguente comparsa dei disordini motori.  

Ad avanzare questa ipotesi è una nuova ricerca statunitense condotta da ricercatori del California Institute of Technology, pubblicata sulla rivista Cell. «Abbiamo scoperto per la prima volta un legame biologico tra la malattia di Parkinson e il microbioma intestinale. Più in generale, questa ricerca rivela che un disturbo neurodegenerativo può avere origine dall'intestino, non solo dal cervello come si pensava in precedenza. La scoperta che alcune modificazioni nel microbioma possono essere coinvolte nella malattia di Parkinson rappresenta un cambio di paradigma e apre nuove possibilità per il trattamento dei pazienti», ha commentato l'autore dello studio Sarkis Mazmanian del California Institute of Technology, già autore di numerosi studi internazionali sul microbioma. 

Batteri che innescano la malattia  
Da anni è nota l'influenza dei batteri intestinali in un crescente numero di disturbi che coinvolgono la sfera cognitiva, come ansia, depressione e disturbi dello spettro autistico. È inoltre noto che i pazienti colpiti da malattia di Parkinson hanno un quadro alterato del microbioma intestinale e tendono a soffrire di disturbi gastrointestinali già da diversi anni prima dell'insorgenza del morbo.  

Alla luce di queste evidenze, Mazmanian e i colleghi del Caltech hanno preso in esame dei topi geneticamente modificati e portatori di una malattia neurodegenerativa simile al Parkinson e li hanno fatti crescere in un ambiente sterile, oppure in un ambiente a normale presenza di batteri.  

Come risultato, i topi cresciuti in ambiente sterile mostravano meno deficit motori e un minor accumulo di aggregati proteici nel cervello correlati ai disturbi del movimento rispetto agli altri. Se sottoposti a trattamento antibiotico, inoltre, i topi ammalati mostravano un chiaro miglioramento delle abilità motorie, mentre i topi cresciuti in ambiente sterile mostravano un peggioramento dei sintomi quando erano sottoposti a trattamento a base di acidi grassi a catena corta (solitamente presenti in misura ridotta nei pazienti con malattia di Parkinson) o quando ricevevano un trapianto di feci provenienti da pazienti affetti da morbo di Parkinson.  

Secondo i ricercatori, questi risultati presi insieme suggeriscono che i batteri intestinali possono favorire il peggioramento dei sintomi nei soggetti predisposti alla malattia, creando un ambiente favorevole all'accumulo cerebrale di proteine legate allo sviluppo del morbo di Parkinson.  

Il futuro dei trattamenti  
Lo studio potrebbe quindi aprire nuove importanti prospettive di cura contro la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo, anche attraverso l'utilizzo terapeutico di probiotici e prebiotici per alleviare i sintomi.  

Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di identificare batteri «buoni» e «cattivi», e studiare target terapeutici verso cui indirizzare le nuove cure. 

«Proprio come qualsiasi altro processo di scoperta di nuovi farmaci, portare questo lavoro innovativo dagli animali agli esseri umani richiederà anni – ha dichiarato Mazmanian. – Ma questo è un primo importante passo avanti verso il nostro obiettivo a lungo termine di sfruttare le profonde conoscenze che abbiamo acquisito sulla connessione intestino-cervello per aiutare ad alleggerire il peso clinico, economico e sociale della malattia di Parkinson»


La Stampa