giovedì 1 gennaio 2015
Culurgiones
Buongiorno a tutti
Io realizzo i culurgiones di patate e li vendo anche ad un ristorante.
Ho imparato la tecnica di mia zia, la quale a sua volta ha ereditato
l'arte della chiusura da mia nonna. La ricetta che utilizzo io però è
frutto di diverse prove ed esperimenti. La pasta è realizzata con: 300
gr di farina 00 e 300 gr di semola fine ( oppure rimacinato) 1
cucchiaino da caffè di sale, acqua qb e 1 cucchiaio di olio evo. Lavoro
la pasta fino a quando non si attacca più alle mani e mentre la si
lavora si formano delle bolle che scoppiano. Quello è il segnale che la
pasta è lavorata a dovere. Lascio la pasta a riposare, coperta da un
canovaccio, per almeno mezz'ora. Per quanto riguarda il ripieno, invece,
lesso le patate, faccio un soffritto di aglio e olio evo. Aggiungo il
pecorino grattugiato e la menta. Consiglio di assaggiare, tutti i sapori
devono sentirsi e distinguersi. Nel caso l'impasto risulti un po'
dolciastro aggiungo del sale. Infine stendo la pasta con l' imperia allo
spessore che si ottiene al secondo scatto della macchinetta. Ricavo dei
cerchietti su cui poggio delle polpette belle grosse di ripieno. Chiudo
il culurgione tenendolo nella mano sinistra, poggiato tra pollice e
indice, con la mano destra ripiego con l'indice il bordo destro del
cerchietto verso l'interno, con pollice e indice ripiego i lembi della
pasta l'uno sull'altro, non curandomi del ripieno che sembra sbordare;
in realtà l'eccesso delle patate viene portato fino alla fine del
raviolo fino a cadere. Alla fine faccio una codina che appiattisco in
modo che con la cottura non risulti troppo dura o grossa. Un consiglio:
quando si stende la pasta, all'inizio sembra che si sfaldi, che si
rompa. Tra una passata e l'altra nella macchinetta, spolverate la pasta
con della farina, in modo che rimanga meno umida e risulti più compatta.
Non si deve esagerare, basta sbattere la pasta sul ripiano infarinato,
scuoterla , fare lo stesso dall'altro lato e passarla subito nella
macchina. Spero di esservi stata utile. Ah...questa lavorazione è
tutt'altro che facile. Lo diventa solo dopo centinaia di culurgiones che
sembrano chiusi con delle orrende "cicatrici"
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